STORIA

Tra passato e presente: un continuo rinnovarsi.

Da vigile difensore di antiche rotte commerciali nel XI secolo ad azienda agricola contemporanea e sostenibile ai giorni nostri: il Castello di Canelli gode di una storia millenaria, indissolubilmente legata alle famiglie che lo hanno custodito, reinventandolo nel tempo.

Eretto come fortificazione nel XI secolo per difendere la rotta commerciale tra Savona e Asti, il Castello di Canelli passò di proprietà dapprima alla famiglia Asinari e successivamente a quella Scarampi, i cui membri lo trasformarono in dimora tra il XV e il XVI secolo, introducendo diverse migliorie e ammodernamenti. Fu gravemente danneggiato nel 1617 per opera degli Spagnoli durante la Guerra di Successione del Monferrato e ricostruito nelle parti compromesse nel 1676 dagli ultimi discendenti Scarampi Crivelli. Nel 1706, estinta la famiglia, il Castello venne infeudato alla famiglia Galleani e nel 1803 venne acquistato da quella Alfieri. Tra il XIX secolo e l’inizio di quello successivo si susseguirono diversi proprietari, che lasciarono il Castello in stato di sempre più abbandono.

Camillo Gancia, figlio di Carlo, inventore del primo spumante italiano, lo acquistò nel 1927 dagli eredi di Vincenzo Bertolini, Senatore del Regno d’Italia. L’opera di restauro venne affidata all’architetto Arturo Midana e i lavori presero luogo tra il 1929 e il 1930. Oltre al recupero degli interni e del giardino all’italiana, la struttura originaria venne integrata da due ali a Ovest ed Est, con lo scopo di ampliarne gli spazi e darne un aspetto ancora più maestoso.

Oltre al Castello, nel 1927 Camillo acquistò la cascina e i vigneti retrostanti per farne luogo dedicato alle sue sperimentazioni enologiche. Dopo Camillo, la cascina passò anni di inutilizzo, venendo successivamente ristrutturata nel 1975 dal nipote Lorenzo, che la trasformò in una moderna azienda agricola. Oltre alla coltivazione delle vigne, furono introdotti un allevamento di fassone piemontesi e un maneggio privato per i cavalli da polo, passione di Lorenzo, già co-fondatore del Polo Club di Torino. Negli anni Novanta l’allevamento e il maneggio vennero dismessi e soltanto la coltivazione delle vigne continuò, le cui uve venivano conferite a casa Gancia per la produzione delle sue etichette di maggior pregio.

Oggi Edoardo, insieme alla moglie Fiorenza e ai figli Gregorio e Virginia, porta avanti quel progetto cominciato dal padre, ma con uno sguardo nuovo. Oltre al reimpianto di alcune vigne esistenti e all’impianto di nuove, nel 2013 è stato avviato il percorso verso la coltivazione biologica, che ha portato nel 2017 all’ottenimento della certificazione e nel 2018 alla produzione della prima bottiglia biologica con etichetta “Castello di Canelli”. Nel 2023 sono iniziati i lavori di recupero della Cappella di Sant’Antonio del XVII secolo e delle storiche stalle in cascina per destinarle rispettivamente a punto di accoglienza per le visite e sala di degustazione.